Palazzo Gil
Il Palazzo, inaugurato nel 1939 come sede delle attività della Gioventù del Littorio, ha sempre assolto a funzioni di carattere pubblico di notevole rilevanza sino al 1975, quando le competenze di questo edificio vengono trasferite dallo Stato alla Regione Molise.
Nel settembre 1989 l’edificio viene riconosciuto di interesse storico artistico e sottoposto a vincolo della Soprintendenza ai sensi dell’art.2 della Legge n.1089/1939, ma il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, su richiesta della Regione Molise determinata a demolire la costruzione, revoca il vincolo. La motivazione della revoca è la dichiarazione della resa della tutela “alle difficoltà in termini realistici e finanziari”, cioè a ragioni sostanzialmente economiche. Nonostante il Palazzo ex G.I.L sia un documento significativo della storia artistica ed architettonica degli anni Trenta, per un lungo periodo il ripristino del vincolo è stata una vicenda molto contrastata. La Soprintendenza, decisa a difendere l’integrità materiale dell’edificio, il 2 marzo del 1992 emette un’ordinanza per l’immediata sospensione del provvedimento di demolizione e di ripristino del vincolo. A poco più di sessanta giorni dal secondo vincolo, dissequestrato il cantiere, le ruspe riprendono la demolizione; per scongiurare il definitivo abbattimento dell’edificio è stato necessario l’intervento del Sottosegretario di Stato.
Dopo un lungo periodo di incuria e di abbandono l’edificio era in uno stato di forte degrado aggravato ancor più dalla demolizione dei corpi laterali. Al fine di salvaguardare dal degrado l’immobile, nel 2003, la Regione esegue dei lavori di somma urgenza di seguito elencati:
- Completa pulizia e bonifica del sito con l’eliminazione delle parti pericolanti a seguito della demolizione a suo tempo effettuata;
- Rimozione dei materiali di crollo all’interno e all’esterno delle strutture;
- Puntellamento delle strutture orizzontali e verticali;
- Impermeabilizzazione della copertura piana così da impedire ulteriori infiltrazioni di acqua piovana;
- Messa in sicurezza delle decorazioni pittoriche;
- Sistemazione dell’intera recinzione in modo da evitare intrusioni, ulteriori danneggiamenti e pericolo per l’incolumità pubblica.”
I suddetti lavori hanno consentito la messa in sicurezza dell’edificio, ma un intervento di restauro, consolidamento e recupero funzionale apparriva indispensabile per potere conservare e tramandare al futuro un’architettura, “segno e testimonianza” di un periodo storico. Tale esigenza è stata avvertita dalla Regione Molise che in data 27/04/2005 ha pubblicato il bando relativo al recupero dell’ex G.I.L. di Campobasso secondo la procedura dell’appalto concorso.
Lo spazio della sala è stato progettato con il massimo rispetto di quello pensato dall’arch. Filippone (progettista della struttura degli anni ’30) ricordandolo nelle morbide, ma al tempo stesso essenziali, forme del controsoffitto e delle pareti perimetrali delimitanti lo spazio interno originario.
Le altezze sono le medesime, come pure la contenuta pendenza del 3.5%.
Le pareti della sala sono rivestite in pannelli “Topakustik”, classe 1, mentre il controsoffitto e il coronamento sono realizzati in pannelli acustici “Sto-silent” in pasta di resina e polvere di vetro riciclato a spruzzo, sospesi mediante pendini antivibranti. La caratteristica di tali pannelli è quella di simulare un intonaco tradizionale, senza presentare i difetti acustici di un materiale riflettente.
Il progetto di diffusione sonora prevede di potere utilizzare la sala sia come cinema, con tre altoparlanti anteriori e otto altoparlanti laterali, sia come sala conferenze con 2+2 altoparlanti a lato del boccascena ed 8 laterali. Gli altoparlanti utilizzati sono del tipo invisibile, permettendo la completa scomparsa del diffusore sonoro, integrato nella parete stessa.
Sul fondo del boccascena è previsto lo schermo cinematografico bloccato con tubolari metallici e scatolari di controventamento.
La sala è dotata di tre uscite di sicurezza a due moduli ognuna verso la scala esterna che costeggia la facciata su Via Trieste, un’uscita direttamente all’aperto sulla piazza e due uscite su una zona filtro tra il bar e l’atrio foyer. La zona del bar e il foyer sono pavimentati in graniglie 20×20 di colore grigio leggermente più scuro rispetto a quelle scelte per la parte esistente, così da sottolineare il passaggio tra antico e moderno. Il cinema-sala conferenze è rivestito in parquet preverniciato in legno multilaminare colorato nello spessore, con posa a incastro flottante su tappetino antivibranti.
Le poltroncine del tipo a seduta ribaltabile ignifughe Classe 1IM, secondo quanto richiesto dalla normativa antincendio, sono con: struttura composta da montante di sostegno in tubo di acciaio; piastre di ancoraggio a pavimento; schienale in multistrato di faggio finitura naturale, verniciato all’anilina di colore grigio-bluastro, cuscino imbottito con supporto interno in multistrato di faggio e imbottitura in poliuretano espanso con rivestimento in tessuto King, colore bordeaux 837; sedile con anima interna in multistrato, pannelli di rotazione in acciaio, imbottitura in sagomato a ritardata combustione.
Il palcoscenico sopraelevato è realizzato con struttura in legno poggiante direttamente sul solaio in c.a. di calpestio, costituita da dormienti di sezione 45×15 cm e tavolato in legno verniciato di colore nero.
L’atrio di accesso costituisce compartimento REI 120 con le attività confinanti destinate ad Uffici, centro polifunzionale e bar caffetteria.
Al piano superiore è presente la cabina proiezioni, anch’essa compartimentata, con porte REI 120 per tutte le vie di accesso.
Sono disponibili a richiesta servizi tecnici come: amplificazione per voce, proiezione da computer, video proiezione, collegamento internet, registrazione video, registrazione audio, vigilanza.
La capienza è di 258 posti.
Al fine di valorizzare la Via Gorizia, attualmente strada secondaria e un po’ defilata dalla vita che anima il centro della città, è stato progettato un grande accesso vetrato con porte a doppia anta di dimensioni 180×250 inquadrato da una ampia rientranza che richiama alla memoria la rampa a verde costeggiata dalle scalinate che conducevano al cortile delle armi. Il collegamento con la piazza avviene attraverso una scala disposta trasversalmente, rivestita in lastre di granito grigio fiammato. L’ingresso avviene alla quota del marciapiede, pari a 0.00, in un atrio pavimentato in lastre di travertino, così come l’esterno corrispondente.
Per consentire il superamento del dislivello pari a 30 cm. è stata prevista una rampa per il superamento delle barriere architettoniche con pendenza inferiore all’ 8%, come da normativa.
Come accennato, lo spazio interno è stato organizzato con la massima flessibilità ed apertura, immaginando un centro che possa ridare nuova vita all’edificio e diventare polo di attrazione per i giovani e i meno giovani.
Lo spazio espositivo complessivo misura una superficie di 1.313 mq
FILE UTILI
Regolamento per la concessione spazi e locali del palazzo ex gil di Campobasso
Teatro Savoia
Introduzione
Il Teatro Savoia, collocato nella prima espansione ottocentesca della città di Campobasso, immediatamente fuori la cinta muraria medioevale fa parte di un isolato ubicato all’incrocio tra Via Marconi e Piazza G. Pepe con ingresso principale su quest’ultima.
L’intero complesso di cui fa parte il Teatro venne edificato negli anni 1923/25 sull’area dell’ex teatro Margherita, su quella di alcune casette addossate alla Cattedrale e sul suolo offerto gratuitamente dal Comune eliminando il collegamento con via Marconi. Nell’isolato trovarono posto oltre al Teatro, l’Hotel San Giorgio (chiuso nel 1977), la Banca Popolare, i bagni diurni, diversi negozi ed alcune abitazioni private.
Teatro Margherita
(Ada Trombetta, Campobasso tra ‘800 e ‘900. Le cartoline raccontano, Campobasso, Lampo, 1987, p. 66). da: Ada Trombetta, Dai borghi alle contrade, Campobasso, Arti grafiche La Regione, 2001 L’edificio, “in legno con rivestimento a mattoni e stucchi”, fu costruito su iniziativa privata, “richiese due mesi di lavoro e circa £.30.000 di dispendio” ed era “capace di accogliere da 600 a 700 persone”
(G. Masciotta, Il Molise dalla origini ai nostri giorni. Vol II, Napoli, Pierro, 1915, p.78).
Teatro Sociale
(“La rivista del Molise”, a.I (1926), nn. 2 –18).
“La società era composta da Giuseppe Petrucciani, presidente, Raffaele Colitti, vice presidente, Luigi Barone, consigliere delegato, Gennaro Nocera, segretario, F. Barone, P.Colitti, consiglieri.
I lavori furono eseguiti dall’impresa Giovagnoni e Nicotera, mentre la direzione dei lavori fu affidata all’ing. Antonio Raffaele Battista di Larino.
Gli affreschi interni furono realizzati da Arnaldo de Lisio di Castelbottaccio, le vetrate dalla ditta Giovanni Vincenzo e figli di Baranello, i lavori in ferro battuto dagli artisti della famiglia Tucci di Campobasso”
(Lino Mastropaolo, Arti visive nel Molise. 19201950, Ferrazzano, Edizioni Enne, 2000, pp. 2125).
Fu inaugurato il 3 aprile 1926 (sabato santo) con la rappresentazione di Tosca, opera di Giacomo Puccini, a cui seguirono Rigoletto di Giuseppe Verdi, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo
(“Le aquile”, a. III (1926), n. 7; “Il giornale d’Italia”, 6 aprile 1926).
Successivamente, divenuto di proprietà di Raffaele Colitti, mutò la denominazione in Teatro Savoia (Eduardo Di Iorio, Campobasso. Itinerari di storia e di arte, Campobasso, Arti grafiche La Regione, 1978, pp. 121124).
Teatro Savoia
Va notata … la varietà dei motivi ornamentali ispitata a creazioni di provenienza francese: il nastro più volte intrecciato, a comporre armoniche geometrie nei balconi del primo piano, arricchito di tralci fioriti e di sinuose spirali o la bella invenzione delle balaustre del secondo ordine, pensate quasi a suggerire il disegno delle ali di una farfalla. Le lampade in aggetto che sovrastano la facciata principale, un’invenzione, sono tra gli oggetti più formalmente compiuti della stagione liberty campobassana”
(Dora Catalano, Itinerari. Il Liberty a Campobasso e provincia, Campobasso, EPT, 2002).
La struttura storica del teatro
Dal foyer si può accedere alla platea. Da qui si diramano le due scale per la salita ai palchi. La platea ha forma di “ferro di cavallo”, su cui si affacciano quattro ordini di palchi. E’ coperta con volta a schifo ribassata, anch’ essa affrescata da Arnaldo de Lisio con disegni raffiguranti il Trionfo dei Sanniti.
All’interno della platea, l’illuminazione è garantita da applique in ferro lavorato realizzati, al pari delle ringhiere delle scale interne, dall’ artista campobassano Giuseppe Tucci.
Il teatro è arricchito dagli stucchi dorati posti sulle balaustre dei palchetti e da putti sui terminali delle colonne che delimitano i palchi. Il golfo mistico, con una capienza di 30-40 orchestrali, separa la platea dal palcoscenico. Il palco, circondato sui lati dai camerini, è di forma trapezioidale (base minore di 11 metri, base maggiore di 12,5 ed altezza di 9,50) e risulta composto da un piano di calpestio in tavolato inclinato verso la platea. La canna vuota del palco, sino alla graticcia, risulta avere un’altezza di metri 15,25; il boccascena di metri 8 in altezza e 9,20 in larghezza, è anch’esso in legno con paraste e fregi dorati. La chiusura del boccascena è assicurata dall’arlecchino e dal sipario.
Il Teatro Savoia
Da quella data ad oggi è realtà la progettazione delle opere relative alla “ristrutturazione, restauro e riqualificazione del Teatro Provinciale Savoia”.
Struttura
Finalità e caratteristiche del progetto
Peculiarità
Grazie all’estrema versatilità di queste strutture motorizzate è possibile trasformare continuamente, adattandolo alle varie esigenze di spettacolo, la struttura teatrale che diventa valida sia per spettacoli quali l’opera, l’operetta, spettacoli musico-teatrali o soltanto teatrali in cui sia necessario un ulteriore spazio anteriore al proscenio ma anche per spettacoli di teatro di parola, cabaret, monologhi, teatro globale e d’avanguardia, teatro sperimentale dove, nella maggior parte dei casi vengono esaltati dalla possibilità di avere il pubblico tutto intorno e che, inseriti in un contesto di “teatro all’italiana”, godono di tutta la bellezza degli spazi e degli arredi fino a costituire un effetto emozionante.