ALICE NELLE FOGNE DELLE MERAVIGLIE
12 – 13 Novembre 2024 ore 21

con: Angela Dionisia Severino
testo di: Angela Dionisia Severino
regia: Lauraluna Fanina
assistente alla regia: Simona Batticore
organizzazione: Valentina Castronuovo
drammaturgia musicale: Teresa Di Monaco
costumi: Dario Biancullo
disegno luci: Sebastiano Cautiero
consulente sound design: Paolo Montella
voci registrate: Lauraluna Fanina
foto: Maria Rosaria di Tota
video: Fabio Calvetti
Spettacolo Vincitore Premio Eco-scena 2024
Spettacolo Vincitore Menzione Speciale del Premio Serra 2023

Premio Eco – scena 2024, lo spettacolo scritto e interpretato da Angela Dionisia Severino, con la regia di Lauraluna Fanina, è una moderna favola metropolitana che attualizzando Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll la porta nelle nostre strade. Secondo appuntamento della Stagione di spettacoli del Teatro Savoia di Campobasso, in programma il 12 e 13 novembre alle ore 21, la caduta della protagonista nel mondo delle meraviglie diventa la scoperta di un mondo sotterraneo dove si trovano tutte le creature che, per un motivo o per un altro, sono state cacciate dalla città. 

SINOSSI

Alice correva ma correva velocissimo, sui basalti neri di una periferia napoletana. Quando, a un certo punto cadde in un buco, senza chiedersi come avrebbe fatto per uscirne fuori. Una fogna di esuli, una saittella dove si concentra tutto il rimosso del “mondo di sopra”, un luogo buio dove relegare chi non vogliamo più vedere camminare nelle nostre strade. Ma cosa scopre Alice nelle fogne delle meraviglie? Risalirà dalle fogne o resterà lì tra i cacciati?

Una fiaba metropolitana che unisce il racconto di un classico alle derive della post-modernità.  Dalla gentrificazione alla turistificazione che attraversano le nostre città fino alle diaspore vere e proprie che interi popoli si trovano a vivere, oggi, sotto i nostri occhi. “Siamo sempre gli esclusi di qualcuno”: questa le ragioni della nascita delle Fogne delle Meraviglie. Un fantasy cittadino, una fiaba intersezionale, che unisce la forma più antica del “cunto” napoletano al teatro di ricerca e alla performance.

NOTE DI REGIA

Alice è un racconto, ma è anche un monologo, un sogno ed è una performance. È un viaggio solitario di individuazione e di scoperta che si svolge sotto, nelle profondità della terra, nelle fogne dell’anima, nel rimosso collettivo e personale carico di tabù. Ma in quelle stesse fogne, in quella “lota”, Alice ritrova parti di sé, le riporta alla luce, stravolge le categorie di sopra e sotto, di buio e luce, di sporco e pulito. È da sola a fare tutto questo, nessuno può sentirla, nemmeno la mamma, in quella discesa agli inferi, dove si va e si risale da soli. I topi di Alice sono magici e al tempo stesso sono esclusi, sono suoi benefattori, ma sono stati cacciati e relegati nel più infimo dei luoghi. Alice, giovane donna di un quartiere popolare, con la terza media, fa i conti con le spinte oppositive della pressione sociale, con le ingiustizie del suo tempo, con la trasformazione del tessuto urbano e dunque culturale della sua città, con lo stupro intollerabile del proprio territorio, in cui fatica a situarsi. Pochi elementi, una sedia, uno zainetto, una ruota di motorino, un cumulo di stracci, residui diurni, piccoli oggetti quotidiani che nella vita onirica, in cui tutto è possibile, si trasformano in troni, pellicce regali, nobili collier I sogni fanno questo, sistemano la psiche, turbano, scuotono, portano fuori e Alice così diventa regina del sottosuolo, una Vergine Tellurica paladina di un’animalità bandita, repressa, eppure con lei gentile, riconoscente, che parla una lingua sconosciuta e a lei magicamente comprensibile.

Alice è sveglia e vive in un sogno collettivo, l’incubo di un presente troppo veloce e intangibile per lei. Alice sogna e sognando si desta. Quei topi hanno ormai visto la luce, le fogne sono scoperchiate, la città è davvero piena di buche e il dado è tratto.