Il XXVI canto dell’Inferno è soprattutto quello del “folle volo” di Ulisse, della sua “picciol orazione”, un inno all’insaziabile sete di conoscenza, al desiderio e al bisogno di superare i confini, il “non plus ultra” per indagare il mondo ancora sconosciuto. È motivo di peccato non riconoscere i propri limiti, ma anche testimonianza di straordinaria modernità la volontà di confrontarsi con l’ignoto.
Per Umana Commedia legge il XXVI canto dell’Inferno Pasquale di Bello, giornalista.
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